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From running to cycling: la bici

Ormai è un po’ di tempo che ci vedete insieme. Ci siamo studiate e abbiamo cercato di entrare in sintonia. Sul nostro ancora breve curriculum possiamo però già “vantare” una bella caduta sull’asfalto, in cui mi sono fatta più male io che lei, e per cui mi sto ancora in parte leccando le ferite. Poco dopo essermi rialzata mi sono rimessa in sella, lasciandomi alle spalle l’episodio, consapevole del fatto che quello che era appena accaduto ci aveva reso ancora più complici nel nostro rapporto.

A questo punto mi sembra sia arrivato il momento di fare le dovute presentazioni: lei è la mia Liv AVAIL ADVANCED 2.

Il modello

È una bici da Endurance, come dice il nome progettata per percorrere lunghe distanze, molto comoda soprattutto per la sua geometria, con un tubo orizzontale più corto ma un canotto sterzo più alto, quindi la posizione in sella è più alta e si sta più comodi. Le bici da Endurance sono quasi sempre equipaggiate con i freni a disco per massimizzarne il comfort. Hanno il passaggio ruota maggiorato in modo tale da poter montare pneumatici più grandi per renderle ancor più confortevoli.

La Endurance è una delle quattro categorie in cui si possono dividere le bici da strada. Le altre sono:

  • Light (gamma LANGMA): dal telaio tradizionale, con geometrie classiche e tubi rotondi che assorbono abbastanza bene le vibrazioni, ma non le rendono aerodinamiche. Più performanti in salita, sono le bici da strada più leggere in commercio ma al tempo stesso vantano una grande rigidità. Sono le più usate dai professionisti;
  • Aero (gamma ENVILIV): hanno tubi affilati, molto aerodinamici, con una superficie frontale ridotta al minimo per cercare di penetrare meglio l’aria, perfetta per pedalare in pianura. Ciò che le rende così aerodinamiche non è tanto la forma quanto la geometria: è una bici più lunga che permette di distendersi meglio e al tempo stesso più bassa, quindi adatta a chi è molto flessibile, facendo assumere al corpo una posizione ancor più aerodinamica. Sono bici molto leggere che resistono meno alle torsioni, anche se si stanno facendo notevoli passi avanti per avvicinarsi alla rigidità delle Light;
  • Gravel: sono un mix tra le bici Endurance e quelle da ciclocross. Hanno geometrie simili a quelle delle bici da Endurance ma con angoli più somiglianti alle bici da ciclocross e quindi rispondono meglio su strade con buche e ostacoli. Sono perfette per percorrere strade bianche (gravel = ghiaia) ma anche per percorrere terreni sconnessi e mettersi in viaggio, poiché sono molto comode ed in grado di assorbire molto bene le vibrazioni.

Se le intenzioni sono quelle di gareggiare, ricercare la miglior performance e si ha un buon livello di tonicità ed elasticità muscolare allora la scelta ricadrà sui modelli Light ed Areo.

Se invece si preferisce fare percorsi lunghi meglio scegliere una Endurance o qualora ci fossero tratti di sterrato o asfalto non del tutto regolare una Gravel. Entrambe fanno della comodità il loro cavallo di battaglia.

Il telaio

Il telaio è in carbonio, leggero e più aerodinamico. Il vantaggio del carbonio oltre alla leggerezza è la capacità di assorbire le vibrazioni, quindi buche, dossi e tutte le varie imperfezioni del terreno, nel mio caso anche grazie alla presenza del reggisella D-Fuse. Inoltre attribuisce rigidità al telaio, in gergo si dice che sia resistente alla torsione, caratteristica che faciliterà l’ingresso e la gestione delle curve. Di contro bisogna dedicargli più attenzione e cura. Generalmente le bici in carbonio appaiono con geometrie più aggressive e decise.

Il suo alter ego è l’alluminio, materiale più pesante che assorbe meno le vibrazioni e presenta una maggior durezza. Tuttavia nell’ultimo periodo sta tornando in voga in quanto presenta maggior leggerezza, soprattutto a livello dell’accessoristica, quindi sui manubri e i reggi sella per fare degli esempi, e sta riuscendo a poco a poco a replicare le geometrie del carbonio.

Il gruppo

Con questo termine si vanno a individuare tutte le componenti meccaniche della bici che permettono di pedalare. Sulla mia Avail ho un gruppo meccanico, perfetto per chi come me è alle prime armi, quindi semplice e basilare, con due leve che comandano il cambio.

I più esperti potranno optare per un gruppo elettronico, più complesso ma anche più fluido, immediato e diretto nell’impulso della trasmissione del cambio, comandato da due pulsanti.

Altro aspetto determinante quando si parla del gruppo è la marca, la cui scelta è del tutto personale e ricade tra:

  • Sram
  • Campagnolo
  • Shimano

Io ho montato uno Shimano 105 standard, anche in questo caso il più semplice ed adatto per chi inizia (l’Ultegra e il Durace sono più evoluti e si differenziano tra di loro per le componenti meccaniche e il peso).

I freni

Con l’introduzione dei freni a disco, i miei, i tradizionali freni a pattino hanno perso consensi nel mondo del ciclismo.

I freni a disco sono più efficienti poiché si riesce a distribuire e modulare meglio la frenata, rendendola anche più efficace e sicura. Bisogna solo avere un occhio di riguardo in più sulla manutenzione, mantenendo monitorato lo stato delle pastiglie.

Le ruote

Quando si parla di ruote bisogna prendere in considerazione ancora una volta il materiale, carbonio e alluminio. La discriminante è il peso e l’efficacia del rotolamento dei due materiali.

Subentra poi il profilo, che può essere:

  • basso, quello delle mie ruote, più leggere e “sottili”, in grado di assorbire più efficacemente le vibrazioni e resistere meglio al vento; il controllo sulla bici sarà quindi maggiore;
  • alto, delinea ruote più alte con una resistenza minore al vento, quindi si farà più fatica a gestire la bici in condizioni molto ventose; di contro vantano una maggiore aerodinamicità.

Ultima ma non per importanza è la scelta del pneumatico, la copertura delle ruote. L’alternativa è tra:

  • il tubolare, copertura a sezione tubolare chiusa, incollata al cerchio e con all’interno cucita la camera d’aria protetta da una fettuccia che la rende resistente alla pressione del gonfiaggio; lo svantaggio del tubolare è che in caso di foratura sono poco pratiche e comode da sostituire;
  • il tubeless, la mia, è una copertura priva di camere d’aria. In caso di foratura mantiene più a lungo la pressione contenendo al suo interno un liquido sigillante che auto-ripara il foro.

L’unione di ciascuna delle parti che compongono la bici deve creare una condizione di armonia, unica per ciascuno di noi. Una volta in sella dobbiamo sentirci a nostro agio ed essere in grado di muoverci come se fossimo un unico corpo. È questo a cui sto lavorando con la mia Liv, e sono sicura che insieme ce la faremo!

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L’anno zero. Ricomincio da me.
La prestazione, la priorità dell’atleta

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