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Montevecchia Night Trail

Dopo una lunga settimana lavorativa il venerdì inizia ufficiosamente il week end e la mente comincia a fantasticare su come poter celebrare questo momento tanto atteso: magari andando a cena in un nuovo ristorante, oppure organizzando un’uscita tra amici, o semplicemente concedendosi un po’ di meritato relax a casa mentre guardiamo la nostra serie tv preferita.

Io ho pensato di inaugurare l’arrivo dello scorso week end partecipando a una gara di trail running. Avevo sentito parlare della Montevecchia Night Trail da alcuni amici tempo fa e mi era da subito rimasta impressa perché si tratta di una gara da correre in piena notte, al chiarore di luna, con l’unico ausilio della luce della torcia frontale.

La partenza era prevista alle 23:30 dalla Fabbrica Libera a Casatenovo, in Brianza, con la possibilità di intraprendere il percorso più corto da 12 km oppure quello più lungo, da 30 km all’interno del Parco di Montevecchia. C’era anche una terza scelta, la cosiddetta Imboscata Libera, una passeggiata di 5 km con partenza libera dalle 20:30 alle 22:30 con la possibilità di degustare fino a 1,5 l di birra artigianale Birra Libera. Solo per veri intenditori.

Altra particolarità della corsa è il fatto che si svolga in regime di autosufficienza, regola valida su entrambi i percorsi running. Nessun ristoro sarebbe stato presente lungo la strada, fatta eccezione per i punti di controllo. Viste le temperature quasi proibitive dei giorni precedenti diventava indispensabile fornirsi di camelback o cintura idrica per avere a disposizione una borraccia con dell’acqua e qualche integratore in formato gel o barretta. Il tracciato sarebbe stato interamente segnalato ma senza la presenza di personale dello staff a fare assistenza.

Mi sono presentata alla partenza insieme a due compagni di squadra del De Ran Clab: Ale e Pasquale, anche detti compare e comparino. Dopo aver saputo della mia partecipazione si sono fatti convincere iscrivendosi a loro volta. Tutti e tre avremmo calcato il percorso dei 30 km, e lo avremmo fatto insieme, dall’inizio alla fine, all’insegna del divertimento e dell’amicizia.

Man mano che i minuti passavano ci siamo trovati circondati da runner in trepidante attesa di partire, tutti dall’aspetto più credibile del nostro, che nasciamo come road runner che si improvvisano di tanto in tanto trail runner. Tuttavia aver appurato di non essere gli unici ad avere avuto un’idea tanto bizzarra su come trascorrere il venerdì sera ci ha “rincuorato” e fatto sorridere.

Alle 23 c’è stato un veloce briefing tecnico pre partenza da parte dell’organizzazione e allo scoccare delle 23:30, con una puntualità quasi svizzera, siamo partiti pieni di entusiasmo per quello che ci aspettava.

Abbiamo abbandonato subito l’asfalto a favore dello sterrato, imboccando una stretta stradina in mezzo ai campi bui. Oltre la difficoltà della corsa su un terreno irregolare, con numerosi sassi, radici e buche, si è aggiunta la complicanza di doverli percorrere con una visibilità molto limitata essendo notte e avendo come unico strumento la luce frontale. Era come se in un certo senso stessi correndo a occhi chiusi, senza vedere esattamente dove stessi atterrando e sperando, passo dopo passo, di restare in piedi.

Nella fase iniziale, in molti punti, abbiamo corso in fila indiana perché il sentiero era troppo stretto per consentire ai più veloci di sorpassare, pertanto si sono creati dei rallentamenti. Sotto un certo punto di vista è stato meglio partire piano, così facendo avrei avuto modo di abituarmi al terreno.

La situazione è migliorata una volta raggiunto il bivio che ha separato chi avrebbe corso i 30 km e chi invece avrebbe corso i 12. L’andatura è diventata più fluida e sono riuscita ad aumentare il ritmo insieme ad Ale e Pasquale. Più si proseguiva più ci si addentrava nel bosco e la visibilità si faceva limitata. Nonostante la difficoltà aumentasse avevo sempre meno timore di dove appoggiare i piedi e ho iniziato a fidarmi più di me stessa, procedendo a sensazione senza però mai abbassare la guardia.

Mi sono scoperta molto agile ad evitare gli ostacoli, meno ad evitare le pozzanghere piene di fango in cui sono finita più di una volta (per mia immensa gioia!).

Il dislivello minimo, meno di 300 m complessivi, spalmato sui 30 km ha fatto sì che il percorso fosse facilmente corribile per tutta la sua lunghezza, con giusto qualche piccolo strappetto che l’ha reso più sfidante. I tratti nel bosco si intervallavano ad altri in cui gli alberi aprivano una sorta di finestra sul cielo da cui si poteva ammirare una bellissima luna di un insolito colore arancione, a cui mancava solo uno spicchio per splendere in tutta la sua pienezza sulle colline brianzole.

Era da tempo che non correvo con Ale e Pasquale, così ne abbiamo approfittato per farci una bella chiacchierata. I km come al solito sono volati e in men che non si dica ci siamo ritrovati di nuovo a correre sull’asfalto per gli ultimi km che ci hanno accompagnato al traguardo. Ad attenderci una bella birra ghiacciata e un buon piatto di pasta offerto dall’organizzazione.

Ho avuto ottime sensazioni per tutto il percorso, e di questo sono molto felice. Mi sono sentita forte e piena di energie. Direi che le condizioni sono ideali in vista della Stralivigno che correrò per la seconda volta sabato prossimo. Questa Montevecchia Night Trail è stata anche l’occasione perfetta come primo test delle nuove Brooks Cascadia 14, di cui vi parlerò presto!

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