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Stralivigno bagnata… Stralivigno fortunata

Quando ho una gara in programma nel week end spero sempre nel bel tempo. Amo correre e gareggiare con una bella giornata di sole, estate o inverno che sia. La pioggia mi mette di malumore.

Sono arrivata a Livigno venerdì sera, e l’accoglienza meteo non è stata come avrei sperato: c’erano pioggia e vento ad attendermi. Dopo una cena leggera, nel tentativo di non cadere nella tentazione della ricca cucina montanara, e, dopo aver fatto una danza propiziatoria del sole, sono andata a dormire.

Sabato mattina timidi raggi di sole sono entrati nella mia camera d’albergo e mi hanno svegliato. La danza del sole aveva funzionato, ho pensato! In tutta fretta mi sono vestita, ho recuperato una delle bici messe a disposizione dal mio hotel, La Montanina, e mi sono immedesimata nel ruolo di vice-coach per supportare Stefano, il mio ragazzo, nella preparazione della sua prima mezza maratona, la Monza21, il prossimo 16 settembre. Come dimostro nelle storie che pubblico su Instagram, mi sto appassionando nel ruolo di supporter di Ste nei suoi allenamenti: in lui rivedo me stessa agli inizi del percorso che mi ha portato ad essere una runner e poi una maratoneta, e questo mi emoziona molto.

Allievo, Ste, e vice-coach, io, a fine allenamento

Dopo un “risveglio muscolare” di 10km di bicicletta per me e di corsa per Ste, ci aspettava una ricca, e meritata, colazione a base di crostata fatta in casa, yogurt fresco, pane appena sfornato, marmellata e caffè caldo.

Il programma della mattinata prevedeva il ritiro del pettorale al centro Aquagranda Active You. In men che non si dica, senza fare lunghe e disordinate code, avevo in mano il mio pettorale, numero 1024, e un pacco gara che non si dimentica per la presenza al suo interno di una super confezione di pizzoccheri!

Pettorale in mano e sguardo fiero, sono decisamente pronta

Nel frattempo il cielo si era coperto di nuvole minacciose e di lì a poco hanno cominciato a cadere grossi goccioloni. Avevo capito che dovevo mettermi l’anima in pace e che avrei corso all’umido e soprattutto al bagnato.

La Stralivigno è una manifestazione particolarmente sentita anche dalle persone del posto, tanto che a pranzo ho scoperto che alcuni dei titolari dell’hotel La Montanina erano degli habitué della corsa, che correvano tutti gli anni. Ne ho approfittato per chiedere qualche info sui punti critici del percorso. È stato bello chiacchierare e confrontarci per qualche minuto, per stemperare la tensione che inevitabilmente stava salendo, più per la preoccupazione del meteo che per la corsa in sé.

A nemmeno un mese di distanza dalla Monza Resegone mi trovavo in procinto di affrontare un’altra gara tutt’altro che semplice, un trail in montagna, azzarderei a dire in ottime condizioni fisiche. La fatica del Resegone era archiviata e mi ero ricaricata di nuove energie.

La partenza era prevista alle ore 15 all’Aquagranda Active You. Arrivata con qualche minuto di anticipo mi sono riparata dalla pioggia, sottile ma incessante, sotto un portico. Quando lo speaker ha invitato tutti a dirigersi verso l’area di partenza ho indossato il mio cappellino e a testa bassa mi sono incamminata. Quando piove indosso sempre un cappellino con la visiera per evitare che le gocce mi vadano negli occhi e per avere una visuale più nitida.

Allo scadere del countdown del via mi sono trovata incanalata tra tutti i runner presenti che si sono riversati sulla pista ciclabile che costeggia il paese di montagna. I primi km sono stati caratterizzati dallo zigzagare tra i runner per cercare di tenere il mio ritmo, piuttosto sostenuto. Non sentivo più la pioggia cadermi addosso, ad un tratto mi sono anche chiesta se stesse ancora piovendo, risposta che ho trovato guardando le pozzanghere.

Io, la ciclabile e le montagne

Arrivati in fondo al paese ho visto come una fila indiana di piccole formiche sul versante sinistro della montagna. Ho subito rallentato il passo e cercato di recuperare più fiato possibile perché di lì a pochi metri sarei stata anch’io una di quelle formichine: iniziava la salita.

Dopo le preparazioni per la MoMot e la Monza Resegone non temevo la salita, mi sentivo pronta e forte abbastanza. Le gambe mi hanno dato ragione, sono riuscita a mantenere una buona spinta nonostante il dislivello crescesse, e questo mi ha dato tanta carica ed energia per continuare. L’unica difficoltà che ho avuto è stata tenere a bada la frequenza cardiaca, che con l’intensità dello sforzo è cresciuta fino a darmi la sensazione di avere il cuore in gola. Per fortuna il sentiero si è fatto un po’ più pianeggiante, e il nuovo ostacolo che si è presentato è stato il terreno fangoso e instabile. Oltre a cercare di trovare un appoggio sicuro mi sono cimentata nel salto della pozzanghera, che si è rivelato più divertente del previsto.

Correre in discesa dopo tante salite mi fa dimenticare la fatica e mi carica di nuova energia

Pian piano è iniziata la discesa che all’11° km mi ha riportato a valle prima di iniziare a salire sull’altro versante. In questo breve tratto in cui ho riposato le gambe correndo sull’asfalto prima di riprendere il percorso sterrato, mi sono resa conto di aver perso quasi completamente la sensibilità delle braccia, in particolare dagli avanbracci fino alla punta delle dita. Il tentativo di muovere le dita per far riprendere la circolazione è stato abbastanza inutile. Ho cercato di non pensarci e ho continuato a correre. Se la prima metà della gara si è svolta in sentieri boschivi dove la vegetazione non dava spazio a nessuna visuale esterna, nella seconda metà della gara il percorso ha offerto un panorama mozzafiato di tutta la valle vista dall’alto. Forse anche grazie a questo spettacolo mi sono dimenticata della fatica, anche quando al 13° e 15° km sono arrivati i tratti di salita più impegnativi. Ero una fonte di energia inesauribile, a cui ho dato sfogo negli ultimi km quando è iniziata la discesa e non ho più trattenuto le gambe. Le ho lasciate andare, tagliando il traguardo con un passo di 4’20’’ dopo aver corso 21 km di sali e scendi.

Gli occhi e il cuore erano pieni di felicità e soddisfazione. La pioggia non ha impedito di godermi questa bellissima gara perfettamente organizzata. L’unica nota negativa è stata la mancanza della consegna della medaglia ai finisher. È un oggetto che per me ha un valore simbolico, mi ricorda la gara e le emozioni che mi ha suscitato.

Un sorriso che sa di tanta felicità

Il passo successivo è stato cambiarmi i vestiti fradici con altri asciutti e scaldarmi le braccia per tornare ad avere l’uso delle mani nelle quali, a causa del freddo, non sentivo più circolare il sangue. Giunta in hotel, con una doccia calda mi sono rimessa in sesto e il bello è che non mi sembrava nemmeno di aver corso. Non sentivo la stanchezza né avevo dolori alle gambe!

Ho trascorso una bella serata concedendomi qualche stravizio tra aperitivo e cena. La domenica mattina io e Ste eravamo pronti a lasciare l’hotel la Montanina, non prima di aver scambiato pareri e impressioni con il personale dell’hotel che avevano a loro volta corso. Ci siamo salutati con la promessa che ci saremmo rivisti l’anno prossimo per correre un’altra volta la Stralivigno, magari con una bella giornata di sole!

Il momento in cui mi sono resa conto di com’erano conciate le mie scarpe e le mie gambe: molto infangate!
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Colazione da runner e snack spezzafame con Vivoo e Maama
Mangia bene corri forte

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