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Countdown per la New York City Marathon: curiosità, organizzazione e tabella di marcia

Dopo la fantastica esperienza della Ragnar Relay per i prossimi mesi il mio solo e unico obbiettivo sarà la maratona di New York, una gara che si presenta da sola tanto è conosciuta e chiacchierata.

QUALCHE CURIOSITA’

La primissima edizione della New York City Marathon fu corsa nel 1970 con un percorso articolato unicamente all’interno di Central Park. La quota di iscrizione all’evento era di $1. Si iscrissero 127 runners di cui solo 55 furono finisher, tutti uomini.

Nel 1976 il percorso già prevedeva il passaggio in ciascuno dei cinque distretti della città di New York: Bronx, Queens, Brooklyn, Staten Island e Manhattan. Furono registrati diversi record, a partire da Grete Waitz che vinse la sua prima 42k proprio a New York in 2:09:41 senza aver mai corso in precedenza una distanza superiore alle 12 miglia (circa 19 km).

Nel 1992 si verificò uno degli eventi più toccanti della minifestazione sportiva, quando uno dei due organizzatori storici, Fred Lebow, dopo aver appena sconfitto un cancro al cervello, attraversò la finish line in 5:32:34 con Grete Waitz al suo fianco, che negli anni aveva collezionato tre vittorie consecutive con relativi nuovi record mondiali.

Lo spirito di partecipazione e condivisione dell’evento divenne ancora più forte dopo l’11 settembre del 2001. Con l’attacco terroristico alle Torri Gemelle la gara è diventata un simbolo di speranza e rinascita sia per i partecipanti che per gli spettatori e in generale per tutti i newyorkesi.

Nel 2012 la maratona fu annullata a causa degli effetti dell’uragano Sandy. Nella giornata di domenica 4 novembre migliaia di runners si trovarono ugualmente per correre tra le vie di Central Park e a tutti gli iscritti fu data l’opportunità di essere rimborsati della quota di iscrizione oppure decidere di riprovarci negli anni successivi.

Nel corso degli anni il numero dei partecipanti è cresciuto costantemente e dai 127 che si iscrissero alla prima edizione si è arrivati ai 51,394 nel 2016, numero che l’ha consacrata come la più grande maratona del mondo. Nello stesso anno l’eritreo Ghirmay Ghebreslassie vinse meritandosi anche il titolo del più giovane vincitore della categoria maschile della storia della gara.

Il 5 novembre dell’anno scorso ricorderemo tutti la vittoria di Shalane Flanagan in 2:26:53, prima donna americana a vincere dopo Miki Gorman dal 1977, senza dimenticare la strabiliante prestazione dell’atleta di casa nostra, Sara Dossena, che ha conquistato il 6° posto con un tempo di 2:29:39.

L’ORGANIZZAZIONE

Decidere di partecipare alla maratona di New York comporta una complessa organizzazione del viaggio, a partire dalla scelta dell’agenzia a cui affidarsi per potersi aggiudicare l’ambito pettorale con annessi la prenotazione del volo ed eventualmente dell’hotel, per poi passare al rinnovo del passaporto, la compilazione dell’ESTA e così via.

Ad oggi ho sbrigato tutte le questioni burocratiche e sono in attesa di ricevere i biglietti aerei ma soprattutto il numero del mio pettorale, che dovrebbe arrivare a giorni.

LA TABELLA DI MARCIA

Oltre a pensare all’organizzazione del viaggio ovviamente ho pensato anche alla mia preparazione fisica. Poiché il 4 novembre non è una data così lontana, la preparazione è iniziata già da metà agosto in modo tale da essere riuscita ad inserire un medio/lungo a fine mese di 25 km per poi passare ai 30 km che ho corso domenica scorsa per le strade brianzole. Rispetto alle maratone invernali (Firenze e Valencia) che ho corso negli anni scorsi ho dovuto anticipare l’inizio della preparazione e di conseguenza gli allenamenti lunghi, nonostante il caldo ancora insistente.

Tanto più la linea nera è parallela all’asse orizzontale tanto migliore è lo stato di forma.

Lo scorso week end ho incontrato Matteo, il mio coach, e abbiamo eseguito il periodico test del lattato. Si tratta di un test che misura la quantità di acido lattico prodotto a determinate velocità, decise in anticipo dal coach, per poi poter determinare le soglie di attività aerobica e anaerobica e permettere di ideare un piano di allenamenti ad hoc. È anche un buon metodo per monitorare i miglioramenti e/o peggioramenti riuscendo di conseguenza ad apportare le opportune modifiche ai piani di allenamento, magari inserendo qualche stimolo in più.

L’esito del mio test è stato buono, sono migliorata dall’ultima volta e questa è la prova schiacciante che sto lavorando bene. Ora sono ancora più motivata e determinata ad andare avanti.

In questi 52 giorni che mi separano dalla 42k ho deciso di mettermi alla prova prima in una mezza e poi in una 30k. La scelta è ricaduta su:

  • la mezza di Sondrio il 22 settembre
  • la Clusone-Alzano run il 14 ottobre

La testa è già a New York ma con il corpo sono ancora a Milano e ho ancora parecchi km da macinare prima del grande giorno, prima di poter vivere quel sogno chiamato New York City Marathon.

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Ragnar Wattenmeer 25-26 agosto 2018. Run. Drive. Sleep(?) Repeat.
La mezza di Sondrio, l’influenza ed io: ecco com’è andata

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