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Oxyburn: l’intimo tecnico sportivo made in Italy

Stiamo vivendo una lunga estate caldissima che per quanto mi riguarda sta subendo una battuta d’arresto. Sono in montagna da circa una settimana e il clima è un po’ più fresco del preventivato. L’aria che tira sembra voler già preannunciare un accenno d’autunno. Tuttavia dal mio punto di vista è un agosto con un clima perfetto per portare avanti la preparazione atletica.

Se a Milano, per via del caldo, il massimo della tolleranza per correre era diventato indossare un top e un paio di shorts, in questi giorni di ambientamento in Aprica ho dovuto rivedere la scelta dei capi da indossare. Noncurante del fatto che ci fosse a disposizione una lavatrice da poter utilizzare ogni qualvolta ne fosse necessario, ho svuotato mezzo guardaroba sportivo nella valigia perché quella canotta si abbina a quello short che fa pendant con le calze che hanno un inserto che richiama una tonalità di una delle molte paia di scarpe che ho portato con me. L’abito fa il monaco, e anche il runner.

Se da un lato riconosco che buona parte del materiale che ho portato con me avrei potuto lasciarlo tranquillamente a casa, dall’altro devo ammettere che ci sono dei pezzi che, con il tempo, si sono conquistati quello spazio occupato all’interno della valigia.

La maglia Élite di Oxyburn per esempio, una t-shirt super morbida sulla pelle realizzata con un tessuto leggero che favorisce la traspirazione del sudore.

Mi è capitato di usarla in svariati allenamenti oltre che averci corso la Re Stelvio Mapei a inizio luglio. In una gara in cui l’escursione termica è garantita mi sono affidata a una maglia che sentissi comoda dal punto di vista del fit, che grazie a una particolare tecnologia (Safeskin) non mi creasse fastidi dovuti ad attriti e sfregamenti e che mi consentisse di mantenere sempre la giusta temperatura corporea in qualsiasi fase della gara.

Insieme alla maglia Élite anche lo short Rise Up mi ha accompagnato nel corso degli ultimi mesi oltre che nella scalata allo Stelvio. Ultimamente preferisco short aderenti piuttosto che quelli più larghi e svolazzanti sulla gamba. Tuttavia è difficile trovare uno short da running aderente che non sia troppo corto da assomigliare a uno slip ma nemmeno troppo lungo da sembrare un modello ciclista.

La lunghezza ideale è esattamente quella del Rise Up, tale da non essere mai fastidioso. Si adatta e segue perfettamente i movimenti del corpo, dai più ai meno accentuati. Mi piace la vita alta che ha una trama più fitta e contenitiva che permette di mantenere lo short pressoché immobile per tutta l’attività. Avvolge senza strizzare, privo di bordi e cuciture, aspetto che lo rende ancora più piacevole da indossare. Inoltre il morbido tessuto non sfrega e non irrita la pelle, e anche dopo numerosi lavaggi non perde il proprio adattamento alle forme del corpo dimostrandosi così resistente all’usura.

In perfetta sintonia con la mia fissazione del momento per le calze a media altezza, per il modello Change di Oxyburn è stato facile conquistarmi. Gli inserti in spugna assorbono il sudore oltre che ammortizzare gli impatti al suolo a livello della pianta del piede.

Un aspetto da non sottovalutare è la realizzazione con il filato REPETITA in poliestere riciclato post-consumer da bottiglie di plastica secondo processi di lavorazione che rispondo ad alti livelli di qualità tutta italiana che trasformano i rifiuti di plastica in nuove e preziose risorse da impiegare in un’industria tessile sostenibile.

Oltre ad essere prodotti validi e funzionali per l’attività sportiva i capi Oxyburn che ho già avuto modo di utilizzare in passato (ne avevo parlato qui) sono prodotti in Italia, qualità per nulla trascurabile nell’identikit di un capo che indosso e utilizzo.

Apprezzo e ammiro chi si impegna a utilizzare tecnologie che cerchino di soddisfare le esigenze dell’essere umano senza trascurare l’impatto che questo avrà sulla natura.

Perché dal mio punto di vista non c’è contraddizione più grande di chi corre e non ha a cuore il futuro dell’ambiente in cui si muove.

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