BlogCycling

Partire, non fuggire

A volte basta anche solo un giorno o un weekend. Altre servirebbe più tempo, che purtroppo non sempre si ha. Partiamo quando ci allontaniamo per più o meno tempo da un luogo, spinti da diversi motivi. Una settimana fa Federico è partito insieme al suo amico Frank per affrontare un viaggio a tappe in bici in Sicilia, con lo scopo di riuscire a dare una risposta alla domanda “chi sei?”. Un altro Federico sabato è partito per Gran Canaria per festeggiare il suo compleanno.

Ed io?

Io sabato sono partita perché avevo l’esigenza di allontanarmi. Ho ripreso la mia borsa sottosella che non usavo da quest’estate, l’ho fissata alla mia inseparabile compagna, la mia bici, siamo salite su un treno e siamo partite.

“Come stai?”

Anche se la risposta è sempre “bene” non è detto che vada sempre tutto bene. Rispondo “bene” per non dover dare spiegazioni, forse perché non riesco a darle nemmeno a me stessa.

Troppi stati d’animo contrastanti, sbalzi d’umore, sfuriate per sciocchezze con chi non ha colpe. Ma in qualche modo devo sfogarmi. Quello è il modo sbagliato di farlo. Il modo giusto è partire.

Aver sentito Mattia nei giorni precedenti è stato provvidenziale. Nel giro di un paio di giorni avevamo messo a punto l’itinerario: un giro in bici di due giorni in bikepacking che sarebbe iniziato a Chiavenna il sabato mattina e sarebbe terminato a Morbegno la domenica pomeriggio. Un mini viaggio in termini di chilometri e tempo, ma grande in quanto a significato.

Qualche settimana fa è capitato che mi si facesse notare come, arrivata una certa stagione dell’anno, forse sarebbe più logico dedicarsi a sport più consoni alla stagione, e parcheggiare nel box la bici per qualche mese. Chi la pensa così non ha nemmeno tutti i torti, gli sport invernali hanno il loro fascino, e non è detto che prima o poi non mi ci cimenti. Ma non è adesso quel momento. Questo per me è ancora il momento di pedalare, e non riesco a pensare a luogo più affascinante per farlo che su strade di montagna circondate da un’immensa distesa di neve.

Non ero mai stata sul Passo del Maloja. Non avevo mia provato un’emozione tale da arrivare quasi a piangere. Casa era a chilometri e chilometri di distanza, ma era così che mi sentivo in quel momento, a casa. Non è un luogo fisico, ma una sensazione di serenità e sicurezza, per questo si dice “sentirsi a casa”.

Sabato ho provato quella sensazione più di una volta. Dopo il Maloja c’è stata l’Engadina, che insieme a Mattia abbiamo attraversato fino ad arrivare a Saint Moritz. E dopo l’Engadina c’è stato il Passo del Bernina, coperto di neve in ogni suo centimetro quadrato.

Sulla strada che ci avrebbe condotto in cima, a 2300m, c’eravamo solo noi. Pochissime macchine e solo due ciclisti incrociati in direzione opposta alla nostra, nessun’altro. Se da un lato avrei voluto non raggiungere mai la vetta sapevo che mi sarebbe servito per mettere un sigillo a quell’esperienza.

Non insisto ad andare in bici anche se fa freddo e mi si congelano le punte delle mani e dei piedi perché sono incosciente. La mia non è incoscienza, è tenacia. Me lo ha detto Cisco in una delle nostre chiacchierate, e seppur non mi piace attribuirmi degli aggettivi penso che avesse ragione.

Quello che viene innescato in me quando vado in bici non è ad oggi paragonabile a nient’altro. Non è sempre tutto rose e fiori. Il freddo per me non è un problema da poco, ma è qualcosa che con l’aiuto di materiale adatto posso imparare a gestire. Le energie non sempre sono al massimo e soprattutto la testa a volte è stanca di reggere certi ritmi.

Non ne faccio un dramma. Sono più gli altri a “preoccuparsi” se non mi vedono fare certi chilometraggi. Come una nuvola passeggera che attraversa il cielo, so che passerà e tornerà il sereno. Io sarò di nuovo pronta a trascorrere giornate intere in sella per scoprire insieme a chi mi accompagnerà di volta in volta luoghi sconosciuti.

Domenica è stata la volta della Val Masino, anche nota come la valle degli arrampicatori, dove gli appassionati della disciplina possono mettere mano sulle pareti dei colossi di granito che ti accolgono al suo ingresso, in tutta la loro sontuosa eleganza.

“Gli italiani devono conoscere le montagne per saperle difendere”.

Perché seppur imponenti nell’aspetto, sono fragili e indifese, in balia delle nostre scelte. A volte giuste a volte sbagliate. Mattia ed io abbiamo sbagliato a scegliere di voler salire in bici ai Bagni Masino percorrendo una strada che per più della sua metà era coperta di brina, ma abbiamo fatto la scelta giusta quando a 300m dalla cima di Predarossa abbiamo girato le bici e siamo tornati indietro per evitare di fare la discesa con il buio ma ancor di più per non doverci porre il problema di come rientrare a Milano da Morbegno qualora avessimo perso l’ultimo treno disponibile.

La scelta giusta si fa quando si decide di circondarsi di persone simili a noi. Non identiche, sarebbe impossibile. Ma con degli importanti punti di affinità. Quello che è successo a me con Ste e i ragazzi di Assault, accumunati dallo stesso modo di interpretare il ciclismo.

Se parliamo di persone e rapporti umani non è vero che gli opposti si attraggono, non c’è cosa più innaturale secondo il mio punto di vista. Gli opposti sono destinati a respingersi. Insistere non cambierà lo stato delle cose.

La partenza di sabato mattina ha innescato tutta questa serie di pensieri e riflessioni legati a fatti e persone. Persone che ci sono o non ci sono più. A chi è entrato nella mia vita o ne è uscito. A chi resta e chi fugge.

Stare in sella tante ore mi mette con le spalle al muro: non posso sottrarmi al confronto con me stessa, non c’è via di fuga. E quindi inizio a pensare, analizzare, ipotizzare. Non sempre trovo l’uscita di questo labirinto che mi sono costruita, ma pedalare aiuta.

Parto per capire, non per fuggire.

, ,
La combo perfetta
Alla scoperta dei Monti Liguri di Ponente

Post correlati

Lo Stelvio di corsa

Credevo che tra noi non ci fossero più segreti, mio caro vecchio amico Stelvio. Negli ultimi due anni “ne abbiamo vista qualcuna, vissuta qualcuna” (chi ha occhi ma soprattutto orecchie…

Chimpanzee Natural Sport Nutrition

Quale scegliere? Quando l’offerta è vastissima possiamo affidarci ai giudizi e pareri altrui oppure costruirci una nostra opinione. In tal caso è necessario fare chiarezza. Che caratteristiche deve avere il…