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Non conta la destinazione ma il tragitto

[…] hai trovato il tuo sport, sei con le persone giuste, si vede che sei felice.

Sono le parole che mi ha scritto un’amica lunedì mattina. Rifletto molto sulle parole di amici e conoscenti, reali o virtuali. Ci penso, a volte fin troppo. Ma certe parole mi colpiscono e mi domando che cosa abbia spinto quella persona a scrivermi quel messaggio. Inconsciamente scegliamo ogni singolo termine che pronunciamo, ne selezioniamo una tra una gamma più o meno ampia di possibilità. Pertanto credo che nulla sia mai detto a caso.

Il messaggio faceva riferimento al mio ultimo weekend in bici. Partita da casa per la mia seconda esperienza in bikepacking. Nuova la destinazione ma non i compagni di viaggio. Mattia, Federico ed io dopo 238km e quasi 2700m di dislivello abbiamo raggiunto Torino.

“Non conta la destinazione ma il tragitto”.

Il nostro tragitto è fatto di stradine secondarie, poco o per nulla trafficate, di paesi dai nomi insoliti, come Rognano, Battuda, Sciolze. E ancora Albugnano e Cinzano che ricorderemo non più come il nome dell’aperitivo ma come il muro che ci ha segato le gambe con il suo 20% e più di pendenza.

Il tragitto è l’insieme di tanti frammenti che compongono la giornata. Gli interminabili drittoni e piattoni che abbiamo percorso per più di 100km per raggiungere il Monferrato, dove abbiamo iniziato a salire e scendere senza soluzione di continuità.

La sosta a mezzogiorno a San Salvatore Monferrato in panetteria, dove abbiamo comprato farinata, focaccia e crostata per 6 pur essendo in 3. L’ironia di Federico, l’entusiasmo di Mattia, momenti che cerco di catturare in video e foto, a volte riuscendo a cogliere l’attimo, a volte no. Rivedendo i filmati scoppiamo a ridere di gusto, mentre di fronte ad altre immagini sorridiamo semplicemente.

 

“Hai trovato il tuo sport”

Normalmente chi cerca trova, ma io non stavo cercando nulla perché non mi mancava niente. Correvo e facevo gare. Mi divertivo ed ero soddisfatta. La bici non ha colmato un vuoto, mi ha aperto gli occhi su un mondo nuovo, fatto non di performance e gare, ma di viaggi ed esperienze.

Un mondo fatto di sveglie all’alba la domenica mattina, con poche ore di sonno alle spalle per via dell’adrenalina del giorno precedente. Di colazioni sempre abbondanti, come tutti gli altri pasti, per assicurarsi il carburante necessario per affrontare un’altra giornata in sella.

È un mondo in cui capita che non siano i “local” a portarti in giro, ma siano loro ad aggregarsi al giro che gli viene proposto, com’è successo questa volta con Daniele e Alberto della Ciclofficina di Torino.

Si conoscono sempre persone nuove. Mi piace parlarci e ascoltare le loro storie. In bici chiacchiero tanto e saluto i passanti a gran voce. Domenica vedendo passare una serie di ciclisti in mountain bike con il pettorale attaccato al manubrio ho augurato l’in bocca al lupo a ciascuno di loro per la gara che avrebbero affrontato, con la speranza di strappare un sorriso sui loro volti concentrati e tesi.

Le parole iniziano a mancarmi in salita. Dapprima sul colle del Lys, poi sulla salita di Malciaussia che termina a 1800m circa con un lago circondato dalle montagne, e per finire sul colle della Dieta. Le gambe urlano in silenzio quando i piedi spingono sui pedali per mandare avanti la bici sui tratti di strada che raggiungono il 14, 15, 16, 18% di pendenza.

Dov’è la felicità nel fare tutto questo?

Inizia ad apparire sul mio viso alla vista in lontananza del cartello del passo, del colle, della valle, con accanto i miei amici che mi aspettano, mi sorridono e mi battono il cinque con la mano. La felicità è guardarmi attorno mentre riprendo fiato, soffermandomi sui dettagli del paesaggio che mi circonda, e vedere a cos’è servita tutta la fatica fatta.

Può essere il profilo di una montagna nascosta dalla nebbia o riflessa in un lago, può essere una stradina stretta e sinuosa che scende a fondo valle, può essere un piccolo borgo dove il tempo sembra essersi fermato.

La felicità c’è sempre, è una costante. Parto da casa con una bici, due gambe, una testa e un cuore che trabocca di felicità ancora prima di mettermi in viaggio. È la mia inseparabile compagna di avventure.

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Mettere la testa a posto
Voglio vivere così…

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