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Move better naturally

È passato poco più di un mese dalla fine del lockdown. Per me questo ha significato ripiegare l’amato/odiato tapis roulant e tornare finalmente a correre su strada. Sarebbe dovuto essere un momento felice, pensavo che avrei provato un senso impagabile di libertà. Ma così non è stato. Come era stato traumatico il passaggio da corsa su strada a tapis roulant lo stesso si è verificato con il passaggio dalla corsa sul tapis roulant al ritorno su strada. Sono due modi di correre completamente diversi: è diverso lo sforzo, è diversa la fatica e la dinamica di corsa. Nel giro di pochi mesi ho dovuto educare e riabituare il mio corpo a correre, prima in un modo e poi in un altro.

Si dice che il corpo abbia memoria storica, ma forse il mio ha la memoria corta.

Mi è sembrato di non sapere più correre.

Come si faceva a prendere il ritmo? Come si faceva a regolare il respiro? Come mai avevo la sensazione di trascinarmi le gambe passo dopo passo?

Non era la fatica a spaventarmi. Ciò che mi faceva paura era il fatto di non riconoscere più il mio corpo. Testa e gambe erano completamente scollegati. E’ stato come se tutto quello che c’era stato prima del lockdown si fosse cancellato, come se non fosse mai accaduto, come se quella Sara che aveva corso per km e km non fosse mai esistita. 

Poi c’è stata la caduta in bici, e lo stop forzato dalla corsa. La botta mi ha causato dolori nella zona sacro-iliaca impedendomi di correre per il male. E’ stato proprio in questo breve, per fortuna, periodo di guarigione che ho capito quanto la corsa mi mancasse. Forse ero stata troppo affrettata e avevo preteso troppo, tutto e subito. Avrei dovuto avere pazienza, quella che dico sempre di avere a chi vuole iniziare a correre e mi chiede qualche consiglio su come fare.

Sarei ripartita dal principio, sbilanciandomi in avanti mettendo un piede avanti all’altro, cercando di tornare a percepire quella sensazione dell’asfalto che scorre sotto ai miei piedi, in modo naturale.

Move better naturally

Nelle mie prime uscite ho indossato una scarpa che mi consentisse di correre con facilità, efficacia e che mi avvicinasse il più possibile a una corsa istintiva, naturale. Per questo motivo ho iniziato ad utilizzare le Zephyr della gamma road running di Topo Athletic, brand che fa propria la filosofia di incoraggiare il movimento istintivo e naturale del piede, contribuendo allo stesso tempo a massimizzare la performance atletica.

La missione di Topo Athletic è quella di assecondare la forma e la biomeccanica del piede dell’essere umano.

La Zephyr presenta le tre caratteristiche che contraddistinguono il brand:

  • un ampio spazio per le dita dei piedi per consentire loro di muoversi liberamente
  • un differenziale basso o neutro 
  • una costruzione leggera e senza cuciture

L’ho trovata un mix equilibrato tra:

  • ammortizzazione, grazie alla presenza del nucleo ZipFoam nella struttura dell’intersuola; la schiuma TPU, tecnologia di proprietà del brand consente di sentire la scarpa più morbida nello strato a contatto e più solida lungo il perimetro e sul fondo. Rispetto alla tradizionale schiuma EVA infatti dona una doppia densità;
  • reattività data da una piastra in elastomero rigido che favorisce la propulsione in avanti durante la flessione plantare; una leggera intersuola in EVA minimizza la dispersione dell’energia.

Il plantare in schiuma Ortholite, antimicrobico e antibatterico, contribuisce a dare stabilità e comfort alla scarpa.

Quello che ho intrapreso è un nuovo percorso, di rieducazione del mio corpo alla corsa. Ho deciso di ripartire dalle basi. Voglio riscoprire i vantaggi e i benefici di una corsa naturale. Con le Zephyr ho l’opportunità di sentire amplificati i movimenti naturali del piede, riavvicinandomi a una corsa istintiva, primordiale. E sarà proprio in questo movimento spontaneo che, passo dopo passo, mi riconoscerò!

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La prestazione, la priorità dell’atleta
La corsa di ognuno, la corsa di tutti: One Run

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