Perché correre con gli auricolari quando puoi ascoltare qualsiasi genere musicale suonato da live band o riprodotto a tutto volume da enormi casse a bordo strada?
La maratona di Londra rimarrà nella mia memoria come un puzzle di momenti: le chiacchiere sul futuro con Davide e Gian a pochi minuti dalla partenza, la gentilezza del runner che non avevo mai visto prima nel passarmi una bottiglietta d’acqua al ristoro, l’emozione del boato sul Tower Bridge, così forte e potente da farmi venire la pelle d’oca.
Per tutto il tempo ho corso in uno stato di ubriachezza. Ero ubriaca di felicità.
Run Sara, RUN
Mi caricavo a sentire gridare il mio nome, anche se ho dubitato che tutte le urla di incoraggiamento fossero indirizzate proprio a me.
Un paio di sicuro, e sono state quelle di Loredana. Quando a pochi metri dal tagliare il traguardo ho sentito la sua voce, ho cercato il suo volto tra tutte le persone presenti in tribuna. Nel momento in cui ci siamo guardate abbiamo esultato come se in palio ci fosse la vittoria alle Olimpiadi.
Nessuna vittoria, nessun trofeo da sollevare. Ma la gioia è stata comunque immensa, e Loredana ne è stata partecipe, lei che ha creduto in me dal primo momento in cui mi ha vista, solo qualche mese fa.
Ringrazio la corsa per farmi conoscere persone come lei, come Sandro, persone da cui posso imparare e migliorare, persone che amano questo sport con ogni singola cellula del loro copro.
Tutto il racconto della mia maratona di Londra lo trovate su Runlovers.