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Parole

Parole, parole, parole.

Tante, troppe. Pronunciate o scritte. Parole al vento, parole vuote. Tutti si sentono in dovere di dire la propria, dare un’opinione, dispensare consigli, anche su temi che non conoscono. C’è un’urgenza di esprimersi, in ogni modo, in qualsiasi forma e su ogni argomento. Siamo circondati da tuttologi. Ora più che mai.

In mezzo a tutto questo parlare, chi è che ascolta?

Se tutti parlano ma non c’è nessuno disposto ad ascoltare non c’è dialogo né conversazione. Ci sono tanti singoli individui che cercano in maniera più o meno prepotente di imporre la propria idea sugli altri.

Ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero, scritto o orale. Quello su cui mi sono fermata a riflettere è: abbiamo sempre davvero qualcosa da dire? O parliamo solo per dar fiato alla bocca?

Siamo certi di non scaricare sulla tastiera dei nostri smartphone e pc flussi di pensieri privi di significato?

Il coraggio di nessuna idea… di restare fermi quando tutto intorno poi si muove

Ci vuole fegato ad essere normali dice il testo di una canzone. Normali in un mondo in cui ciascuno di noi vorrebbe sentirsi un po’ fuori dal comune.

Qual è la definizione di normalità?

Fuggiamo dall’ordinario, dalle abitudini, dalla quotidianità, andando alla ricerca di chissà chi, chissà cosa. Perennemente in movimento verso una meta non definita. Tormentati, indecisi, insicuri.

Parliamo e scriviamo per colmare silenzi e vuoti. E se invece imparassimo ad apprezzare questi momenti di stop?

Se reimparassimo a tenerci alcuni pensieri, alcune situazioni ed emozioni solo per noi?

Non credo sia sbagliato condividere momenti con gli altri, credo che sia sbagliato sforzarsi di farlo sempre e comunque, ad ogni costo.

Diffido da chi lo fa e mi tengo alla larga da chi si mostra sempre allegro, felice, solare, con voglia di fare. Vedo poca autenticità nelle persone che si mostrano sempre “a mille”. Credo che sia una forzatura, e che questa forzatura porti a una finzione. Di conseguenza mi viene difficile capire e scindere cosa ci sia di autentico in quello che fanno e che dicono.

Parole parole parole. Soltanto parole…

Non è vero che sono soltanto parole. Le parole hanno un’origine, un significato, un contesto entro cui essere usate. Da bambini ci insegnano a leggere e scrivere, ma crescendo ci dimentichiamo quello che avevamo imparato. Utilizziamo parole a sproposito, le storpiamo, ne abusiamo. Ci dimentichiamo della forza che possono avere alcune parole, in grado di avvolgerci e scaldarci come un abbraccio oppure capaci di farci a pezzi.

Una non vale l’altra. Sarebbe come dire che ognuno di noi è interscambiabile. Non è così. Nasciamo già unici al mondo, non c’è motivo per cui sforzarsi di esserlo ulteriormente attraverso chissà quali azioni o chissà quali parole.

In questi primi mesi del 2022 ho avuto il “coraggio” di non avere nessuna grande idea, nessuna grande argomentazione da affrontare qui, per iscritto. Questa è stata la prima cosa da mettere per iscritto prima di tornare a raccontare qualcosa, con la speranza di riuscire ancora ad emozionare.

Sara

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