BlogPensieri di corsa

Una ne penso e… 100km corro. Il desiderio di correre un’ultramaratona

Quando è iniziata a frullarmi in testa l’idea di correre la 100km del Passatore?

L’idea si è concretizzata nella mia mente nel novembre del 2017. Avevo ascoltato impressionata e affascinata il racconto di Ale, amico e compagno di squadra, che l’aveva corsa per la prima volta quello stesso anno, e avevo finito di leggere da poco il libro “Correre è la mia vita” di Giorgio Calcaterra, pluricampione del Passatore per 12 anni consecutivi. Non so dire se sia stata inconsciamente influenzata dalle parole dell’uno, dell’altro, o da entrambi, sta di fatto che ho cominciato a pensare che mi sarebbe piaciuto provare a correre per 100km. Ne ho parlato con il mio coach che come sempre mi ha guidato sul percorso migliore da seguire. Abbiamo concordato di pianificare il 2018 di gare come nostra abitudine, come se si trattasse di un anno come un altro: una maratona primaverile, la Milano Marathon, poi la Monza-Resegone e una maratona autunnale, la maratona di New York.

In ciascuna di queste gare sono riuscita a togliermi delle belle soddisfazioni e tutt’ora porto con me il ricordo indelebile delle emozioni, mai uguali e sempre così forti e travolgenti provate durante quei 42.195m.

È seguita poi la decisione di correre ancora un’ultima maratona prima della fine dell’anno. Questa scelta faceva parte di un progetto più grande: mi sarebbe servito come test, per capire come avrei reagito a correre due maratone con appena un mese di recupero. È questo il motivo che mi ha spinto a Pisa e rimettermi di nuovo in griglia, pronta a partire per altri 42km. L’esito del test? Non solo ho corso senza nessun tipo di problema né fastidio, ma sono addirittura riuscita a battere il mio personal best sulla distanza. Promossa a pieni voti!

A questo punto non ho avuto più nessun dubbio e i tempi erano maturi: ho capito di essere pronta per affrontare la sfida della 100km.

Ma perché correre 100km? Perché non puntare a migliorare ancora il tempo sulla maratona? Oppure darmi al trail? Perché ammetto che essere una maratoneta non mi è più sufficiente, desidero essere un’ultramaratoneta. Voglio riscoprire il piacere di prepararmi per qualcosa che non conosco, proprio come mi è successo nel 2016 quando ho preparato Firenze, la mia prima maratona. Dopo di lei ne sono seguite altre 5: Roma, Valencia, Milano, New York e Pisa, per un totale di 6 maratone in 2 anni e mezzo di “carriera”, senza dimenticare la Monza-Resegone che ho corso per due anni consecutivi.

Per quanto sia dedita alla distanza della maratona, per quanto mi appassioni e mi attragga a sé come il polo opposto di una calamita, ho sentito il bisogno di alzare l’asticella e mettermi alla prova su una distanza ancora più sfidante. Non sto snobbando la maratona, semplicemente ho spostato il focus, facendola passare da fine ultimo a mezzo per tagliare un traguardo ancora più ambizioso. Questo vuol dire che in questi mesi continuerò a correre 42k, che non saranno i miei obiettivi primari ma saranno i miei allenamenti “lunghi” in preparazione del Passatore.

Quali sono i palchi della maratone che ho deciso di calcare?

Inaugurerò l’anno il 10 marzo con la maratona di Barcellona.

Proseguirò il 14 aprile con la maratona di Parigi.

E dopo? All’appello manca ancora il “lunghissimo”, ovvero la distanza massima che arriverò a correre in allenamento, che per me corrisponderà a 50km. Probabilmente correrò una terza maratona alla quale aggiungerò 8km iniziali di riscaldamento per raggiungere i 50km stabiliti.

Sono piena di energie, la fatica non mi pesa e mi ha insegnato a vincere. Ho voglia di correre tanto, per ore e ore, km e km. Nulla mi spaventa di ciò che mi aspetta, anzi, non vedo l’ora di raggiungere i traguardi intermedi che mi sono posta fino ad arrivare alla resa dei conti, quando mi troverò a Firenze sulla linea di partenza della 100km del Passatore. È destino che la città di Firenze sia il luogo di nuove esperienze, lo è stato con la maratona 2 anni fa e lo sarà quest’anno con l’ultramaratona.

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