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Mezza del Castello, inauguro così il 2018

A un mese dall’inizio della preparazione per la Milano Marathon del prossimo 8 aprile, in men che non si dica è arrivato il primo step intermedio: la Mezza Del Castello a Vittuone l’11 febbraio. Non ho affrontato una preparazione specifica per questa gara, l’obbiettivo è la maratona di Milano. Questa corsa mi serviva più da stimolo per proseguire con gli allenamenti ed era un buon pretesto per aggiungere km nelle gambe. Non nascondo che mi sarebbe piaciuto anche battere quel personal best fermo a 1:44 di Lodi del 2016, ma sapevo anche che non potevo pretendere troppo dal mio fisico, memore delle parole pronunciatemi dal mio coach Matteo.

Dopo esser giunta in via Milano 18 a Vittuone, presso il centro sportivo dove si sarebbe tenuta la manifestazione, la prima cosa che ho cercato è stato il sorriso dei miei compagni di squadra. La carica che mi trasmettono con le loro parole e i loro gesti non è paragonabile a nessun integratore o carbogel presente sul mercato. Ma oltre ai loro volti a me noti ho avuto modo di incontrare nuovi amici runner conosciuti sul web, con cui ho scambiato volentieri qualche chiacchiera e consiglio pre gara.

Dopo essermi cambiata e aver lasciato nel deposito il mio super zaino degno della borsa di Mary Poppins, mi è avanzato giusto qualche minuto per sgranchirmi le gambe prima della partenza fissata alle ore 9:00. Tirava aria frizzantina nel comune alle porte di Milano, tuttavia visto che la giornata prometteva bene ho osato mettendo la canotta DRC sopra la mia inseparabile termica X-Bionic, ho indossato i soliti pantaloncini Nike e calze a compressione CompressSport. Ai piedi le Brooks Levitate.

La strategia da tenere in gara, suggeritami dal coach, era di correre i primi 5 km a 5’10’’ min/km per poi proseguire in base alle mie sensazioni. L’idea di partire fin dal primo km a 5’10’’ min/km non era del tutto allettante, significava correre fin da subito a un buon ritmo, aumentandolo strada facendo. Non sapevo cosa aspettarmi, in termini di energia e resistenza. Così ho deciso di basare tutto sulle sensazioni e guardare il gps il minimo indispensabile.

Mentre correvo ho quasi dimenticato la competizione, forse per il paesaggio brullo della campagna che ho attraversato che mi ha distratto, forse perché non ho percepito da parte dei runner che mi circondavano quella tensione tipica di una giornata di gara o forse per le caratteristiche della corsa che l’ha fatta apparire ai miei occhi più come una piacevole tapasciata domenicale.

I km passavano e nonostante mi rendessi conto di tenere un ritmo sostenuto, sotto i 5’00’’ min/km, mi sentivo energica e leggera. Non ho preso integratori né mi sono fermata ai ristori lungo il percorso, non ne ho mai sentito la necessità. Sicuramente la strada pianeggiante ha facilitato la mia corsa veloce, solo il cavalcavia finale mi ha un po’ rallentato. Negli ultimi metri ho allungato più che ho potuto fino al traguardo, tagliandolo a 1:43:12.

Senza aspettarmi nulla è arrivato il personal best sulla mezza maratona. La soddisfazione ha avuto valore doppio. Mi sono tolta una piccola soddisfazione personale, che sicuramente mi darà la carica giusta per proseguire sulla mia strada. Ad maiora!

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